martedì 21 dicembre 2010

La privacy si perde in un app!

Sono gli smartphone, telefoni ultramoderni, che ci permettono di essere online in qualunque momento della giornata. Sui mezzi pubblici andando a lavoro, in pausa pranzo o durante il caffe al bar!

Bellissimo, ipertecnologico ma, perchè c'è sempre un ma, pericoloso per la nostra privacy. Sono le applicazioni mobile a mettere in pericolo la tutela della nostra privacy.

Grazie ad alcune funzionalità che prevedono l'invio dei dati all'esterno: la scelta delle app può dire molto della persona che le usa e questi "racconti" sono oro per le aziende che possono sapere su chi puntare per le loro pubblicità!

giovedì 2 dicembre 2010

Quando la curiosità danneggia la privacy

Chi lavora con i socila network lo sa bene! Facebook serve a tante cose, a ripescare vecchi amici del liceo o a crearsene di nuovi, a mantenere i contatti con chi magari non si riesce a vedere di persona e a curiosare su cosa succede a chi!

Alzi la mano chi non ha mai, nemmeno una volta, usato il popolare social network per curiosare sul profilo di qualcuno, e alzi la seconda mano chi non ha mai pensato: "Chissa se tizio/a guarda il mio profilo?" oppure:" Ma chi guarda la mia Fan page Facebook?".

Ed ecco la trappola, studiata ad arte per colpire il punto debole del popolo di Facebook! Clicca qui per scoprire chi guarda il tuo profilo e intanto, mentre l'ignaro (ma troppo ingenuo) utente si perde tra link vari la sua privacy si perde con lui!

Attenti a questi link il loro unico scopo è carpire le vostre informazioni personali.

venerdì 19 novembre 2010

Pedaggi e privacy, ancora polemiche

Con le ultime discussioni in merito alle possibili installazioni dei pedaggi autostradali sul GRA di Roma tornano anche le polemiche sulla questione della tutela della privacy degli automobilisti.
Perchè una foto è sempre una foto e la privacy dei cittadini deve essere tutelata.

Dopo lo sciame di polemiche che si sono abbattutte sulle auto di Google si resta, dunque in tema di auto, ma stavolta si tratta delle auto di privati, e dunque come risolvere la situazione? Già è problematico che strade, che sono passaggio obbligatorio e quotidiano per moltissime persone, possano diventare a pagamento, in più si rischia di vedersi violare la privacy e fotografare.

Diciamoci la verità il problema del pedaggio e dei relativi adempimenti per la privacy è vecchio come il mondo, adesso, con la questione del GRA della capitale, è solo l'occasione di riparlare di una questione vecchia come il mondo.

martedì 2 novembre 2010

Le Google Car avvistate nel varesotto

A pochi giorni di distanza dalle accuse del Garante per la privacy italiano le google car continuano il loro lavoro di ripresa delle strade italiane.

In questi giorni continuano gli avvistamenti delle macchine che stavolta sono state rese ultra riconoscibili da appositi adesivi che "avvisano" la popolazione di essere nel mirino di Street View!

Il Garante ha chiesto a Big G di avvisare per tempo i cittadini del passaggio delle auto, per cui anche se tale avviso non è ancora giunto agli abitanti delle zone interessate per adesso il passaggio è legale in quanto il provvedimento per la tutela della privacy entrerà in vigore tra un mese.

Per adesso, in attesa di altre news su google, al posto delle anonime e insospettabili auto scure sono a lavoro auto piene di adesivi, per cui occhio alle figurine in

giovedì 28 ottobre 2010

Gli Usa bloccano le accuse contro Google

la Commissione Federale per il Commercio (FTC) degli Stati Uniti ha bloccato le indagini in corso sull'operato di Google in merito alla raccolta senza permessi e all'utilizzo di dati sensibili sulla privacy captati attraverso le Gcar del sempre più contestato servizio di Street Viwe!

Proprio nei giorni in cui il Garante sulla Privacy di Roma ha avviato la sua inchiesta su Big G ecco che la società si impegna a nonutilizzare i dati raccolti.

Questa presa di posizione basterà a placare le polemiche? E soprattutto la sicurezza dei dati sulla privacy degli utenti sarà realmente tutelata? Lasciamo a perta la domanda in attesa di ulteriori segnali di fumo!

martedì 19 ottobre 2010

Arriva la Gmail Security Checklist

Questa volta una buona notizia in merito alla tutela della privacy su internet. Google ha stilato e diffuso una lista di regole utili a tutelare la privacy online, una Gmail Security Checklist che raccoglie 18 punti stilati appositamente per aiutare gli utenti a difendere la propria sicurezza su internet.

La news su internet è stata accolta positivamente, soprattutto se si parte dal presupposto che le regole sono dettate dalla constatazione di come sempre più spesso problemi relativi alla sicurezza dei dati sono dovuti non tanto ad errori del sistema ma a sviste o comportamenti poco prudenti degli utenti. Aiuto o tentativo di scaricare delle responsabilità?

Probabilmente più la prima che la seconda ipotesi, infondo l’uso di internet è molto diffuso e non tutte le persone che quotidianamente navigano conoscono bene lo strumento che stanno usando. Le regole sono divise in 5 macro categorie che toccano argomenti quali l’uso del pc, le impostazioni del proprio account gmail, il browser che si adopera e in generale aspetti più o meno tecnici della sicurezza su internet che dipendono prima di tutto dagli stessi utenti.

giovedì 7 ottobre 2010

Ancora Facebook e privacy: calano gli iscritti

In Italia diminuiscono gli utenti registrati al popolare social network, Facebook. La conferma è avvenuta dopo la diffusione degli ultimi dati da parte dell’Osservatorio Facebook in Italia, sembra infatti da agosto, quando si contavano ben 16.858.000 iscritti si sia passati a “soli 16.707.000 di settembre, fino ad arrivare ai 16.589.000 del mese corrente. Un calo vertiginoso che i responsabili giustificano con la massiccia cancellazione di moltissimi account fantasma,

Una spiegazione che potrà trovare riscontro solo nel prossimo futuro, c’è da dire che se cosi fosse l’Italia sarebbe in netta controtendenza con il resto dei paesi dove invece Facebook continua a registrare un aumento degli iscritti. Forse è a causa dei tanti interrogativi sulla tutela della privacy che gli italiani cominciano a snobbare il social network, oppure si tratta solo di una crisi passeggiera? Dopo le tante news sulla privacy e su Facebook la saga del popolare social network continua!

lunedì 27 settembre 2010

Google festeggia 12 anni

Il motore di ricerca più famoso di internet oggi compie gli anni. Sono 12 le candeline disegnate nella torta artistica firmata da Wayne Thiebaud, famoso pittore dell'Ariziona, molto conosciuto per i suoi quadri che riproducono nature morte e oggetti d'uso quotidiano.

Google è sempre al centro dell’attenzione dei media, anche in relazione al concetto di privacy che ultimamente è stato molto discusso, anche in questo blog con diversi post in merito, ma adesso quello che importa è festeggiare un avventura iniziata 12 anni fa dall’idea di due giovani universitari.

Un avventura che oggi vive in migliaia di sedi dislocate in tutto il mondo e in numerosi servizi online che quotidianamente aiutano gli utenti in diversi aspetti della loro vita sul web, dal lavoro alla ricerca di informazioni utili! Buon compleanno Google

giovedì 23 settembre 2010

Il Garante italiano per la privacy contro Google

Continuano le polemiche tra Google ed i garanti della privacy di vari stati sparsi un po’ in tutto il mondo. Per un motivo o per un altro il gigante del web ha dovuto rispondere di diverse accuse, molte concentrate intorno al famoso servizio di Street View e tutte comunque con un unico filo comune che è quello della tutela della privacy delle persone.

Adesso a scendere in campo è il Garante della privacy italiano e punta anch'esso il dito sul celebre servizio Street View, per le stesse motivazioni che hanno spinto le autorità tedesche a chiedere spiegazioni alla società americana.

Il nodo del discorso riguarda la raccolta dei dati delle reti wireless che la macchina di google raccoglie e conserva al suo passaggio. Dati comunque privati che potrebbero comportare la realizzazione di una mappa dei punti di accesso degli utenti e l’identificazione di nomi e luoghi, dunque una vera e propria violazione della privacy.

Per questo il garante italiano chiede Google di bloccare qualunque trattamento di questi dati, ma non di cancellarli del tutto, almeno fino a quando non sarà stata assicurata l’assoluta assenza di una eventuale violazione dei diritti e della privacy dei cittadini italiani.

lunedì 20 settembre 2010

La privacy siede tra i banchi di scuola

Il problema privacy siede nei banchi. C’era da aspettarselo infondo che, in tutto questo polverone in merito alla tutela dei dati sensibili, il tema scuola prima o poi sarebbe stato associato a l concetto di tutela della privacy e dei dati personali (si pensi solo ai voti scolastici).

La questione non riguarda solo l’aspetto, di certo basilare, della formazione degli alunni in merito a tematiche importanti come il rispetto e le tutela della privacy, ma anche il trattamento vero e proprio dei dati sensibili e privati all’interno delle scuole. Ad esempio una scuola pubblica non è tenuta a chiedere il consenso al trattamento dei dati ad alunni e genitori, cosa che non vale invece nel caso di una istituzione privata.

Questa come altre regole sono definite in un vadevecum sulla privacy disponibile sia in versione digitale che cartaceo che porta il titolo di «La privacy tra i banchi di scuola». Francesco Pizzetti, presidente dell’Authority per la Privacy ha dichiarato:«abbiamo predisposto questo strumento con un duplice scopo: rendere più facile l’applicazione delle norme a tutela dei diritti relativi alla protezione dei dati personali anche nelle scuole e diffondere una cultura positiva della privacy favorendo la conoscenza di questo nuovo diritto».

mercoledì 15 settembre 2010

Sicurezza e privacy su Facebook: parla Mark Zuckerberg

Ancora un problema di privacy e ancora in causa è stato chiamato il più popolare social network del web attuale, Facebook. A parlare è direttamente Mark Zuckerberg, il giovanissimo fondatore del network che risponde alle accuse mosse sul tema di sicurezza e privacy e sulla reale valutazione del rischio che un utente corre sul web.

Il giovane risponde in merito alle politiche sulla privacy scelte e messe in atto dal gruppo, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle proprie informazioni ed il fatto che, come conseguenza delle nuove impostazioni sempre più spesso gli utenti sono spinti a rendere pubblico un numero sempre più alto di dati personali, a volte anche in modo del tutto inconsapevole, soprattutto se si pensa che Facebook è usato anche da persona che poco conoscono le tecniche per gestire le proprie impostazioni personali.

Mark Zuckerberg prende le critiche continue come un processo naturale ma afferma di essere convinto di intraprendere una strada giusta. Queste affermazioni però potrebbero non soddisfare a pieno chi continua a muovere profonde critiche al social network.

giovedì 9 settembre 2010

Google cambia la sua politica sulla privacy

Ancora politiche di privacy e ancora internet, per l’esattezza il gigante del web: Google, a cui a questo punto suggeriami un pò di corsi di formazione sulla privacy.
Reduce da denunce su denunce per violazione della privacy Google ha annunciato che dal prossimo 3 ottobre le cose cambieranno, sarà dato il via, infatti, ad una nuova policy sul tema scottante della privacy degli utenti, sul web e fuori dal web (viste le recenti polemiche per il servizio Street View).
La base delle nuove linee politiche in merito alla riservatezza punta a rendere i servizi, e le opzioni disponibili, più chiari e facili da individuare per l’utente. Una scelta inevitabile se si pensa che Google ha da poco dovuto sborsare ben 8,5 milioni di dollari per una class action dove degli utenti avevano reclamato per una impostazione di default di Buzz che mostrava la lista dei contatti di Gmail.
Di conseguenza con le nuove norme i cambiamenti sostanziali saranno in definitiva due: quali sono i dati che Google raccoglie ( e per quale scopo li raccoglie) e come un utente può evitarlo, al fine di tutelare la propria privacy. Quello che resta da chiedersi, a questo punto, è quanto questi cambiamenti andranno realmente a soddisfare le numerose accuse che, inevitabilmente, colossi di internet come Google, vedono arrivare regolarmente.

mercoledì 8 settembre 2010

Ancora Facebook vs privacy e sicurezza

Nell’era dei social network si sa il concetto di privacy tende ad assottigliarsi ogni giorno di più e come sempre in tutto ciò a destare maggiore preoccupazione, o maggiore felicità dipende dal punto di vista, è Facebook. Il popolarissimo social network, amato e odiato, già più volte oggetto di critiche in merito alle tematiche di sicurezza e privacy, adesso è finito per l’ennesima volta nell’occhio del ciclone, questo perché, secondo quanto riportato dal blog specializzato All Facebook, i creatori di faccia libro starebbero testando una nuova funzione. Con un semplice click infatti potrebbe divenire possibile “iscriversi” agli aggiornamenti di un profilo (che sia un amico, un marchio o un servizio) in modo da essere informati ogni qual volta la pagina oggetto dell’interesse cambia stato o aggiunge un link o altro.
Una chicca in più che ricorda molto l’altrettanto popolare (nonché diretto concorrente) social network, ovvero Twitter, il servizio di microblogging dove si scelgono i profili da seguire.
Se il tasto in questione potrebbe essere la gioia di fidanzati o appassionati del social le critiche non mancano a fronte di un ulteriore assottigliamento della sfera della privacy per gli utenti, per non parlare di chi inneggia già al “tasto per stalker”. Al momento nessuna fonte ufficiale da parte dell’azienda in merito a queste voci, l’esito di questo dibattito dipenderà ovviamente da come questo tasto sarà presentato agli utenti, se opzionale o se di default. In questo ultimo caso il problema sicurezza e privacy diverrà sicuramente oggetto di discussione.

giovedì 2 settembre 2010

La privacy come valore aggiunto di un servizio

Il concetto di privacy ruota spesso attorno a delle controversie, oggetto spesso di dibattiti. La tutela dei dati forniti dagli utenti ogni giorno in rete è un aspetto che comporta delle spese per le aziende, per questo spesso, soprattutto per le aziende, è consiliabile svolgere un corso privacy. Per non parlare delle difficoltà che un utente ha nel divincolarsi nel complesso mondo del diritto alla privacy.
Ma spesso durante gli accaniti dibattiti sulla privacy non si dà il giusto rilievo ad un aspetto importante di questo concetto: la privacy non è solo un dato personale da difendere, ma può diventare la base da cui partire per l’innovazione.
Questo è il concetto di privacy by design, prodotti che già in fase di progettazione prevedono un’attenzione particolare alla privacy, e di privacy enhancing technologies (Pet) tecnologie specifiche che seguono gli utenti nella scelta della riservatezza.
La tutela della privacy, anzi per l’esattezza, la possibilità di ottenere dalle aziende servizi o prodotti fornendo solo le credenziali effettivamente necessarie, diviene un valore aggiunto da sfruttare per aumentare la propria competitività. Questi concetti potrebbero spingere gli utenti ad usare con più serenità determinati servizi abbattendo uno dei muri più difficili da superare per chi quotidianamente offre servizi o prodotti online e non solo.

giovedì 29 luglio 2010

Data Retention, normativa europea

La privacy rimane al centro dell’attenzione internazionale, molto più all’estero che in Italia a dire il vero.
Sotto esame degli esperti e dei fruitori di internet, ancora una volta, è finita la normativa europea in materia, la cosiddetta Data Retention.

Questo non solo perche viene considerata insufficiente a produrre effetti positivi in materia di conservazione di dati sensibili, ma perché incapace di arginare le inosservanze che periodicamente vengono denunciate a discapito dei fruitori di internet.Non si tratta di intenzionalità, ovviamente.

Il punto è che la materia è in continua evoluzione e di conseguenza ogni normativa, ogni aggiornamento, inevitabilmente è gia vecchio nel momento stesso in cui entra in vigore. Un problema che i legislatori hanno comunque ben presente.
Resta il fatto che la Data Retention, stando alle denunce, viene spesso disattesa.

Il periodo di tempo ammesso a livello europeo per la conservazione dei dati, che va dai sei mesi ai due anni, viene arbitrariamente e illegalmente portato fino ai dieci anni.
Stesso discorso per quanto riguarda la tipologia delle informazioni conservate e Url, visitate, header di posta e perfino le posizioni di chiamata di una telefonata da cellulare vengono registrate e immagazzinate a discapito e a insaputa degli utenti. Come impedire tutto questo è al momento quasi impossibile.

Certo a livello europeo servirebbero delle normative più rigide, ma soprattutto, questo punto, più punitive così da scoraggiare azioni illegali. Intanto gli utenti continuano a navigare ignari di che fine facciano i propri dati personali.

martedì 27 luglio 2010

La Privacy a scuola

Forse non ci abbiamo mai pensato o forse non così tanto come, invece, penseremmo se si trattasse di dati e informazioni aziendali protetti, eppure c'è un "mondo di privacy" anche e soprattutto a scuola.

Infatti, proprio negli istituti scolastici vengono trattati numerose e diversi tipi di informazioni e dati sensibili sulle famiglie, sugli alunni, su eventuali condizioni economiche e sanitarie.
Si pensi, solo, per esempio, a come vengono assegnati i sostegni economici per le famiglie più bisognose o, ancora, a tutte quelle informazioni inerenti una patologia o disabilità degli studenti.

Da Superabile INAIL, il Contact Center Integrato costituito da un portale di informazione e di documentazione sulle tematiche della disabilità, arriva una vera e propria guida online intitolata "La privcay a scuola" e scaricabile gratuitamente in formato PDF cliccando sull'immagine sottostante.

La Privacy a Scuola


martedì 20 luglio 2010

Bologna: studenti on line

L’Università di Bologna si pone ancora una volta all’avanguardia in Italia in fatto di modernità, offrendo ai suoi studenti la possibilità di usufruire di una vera e propria piattaforma di messaggistica completamente gratuita in modalità web o mobile, grazie alla collaborazione della Microsoft.

Il sistema adottato è il cloud based di Live at edu.
Così le migliaia di studenti dell’ateneo felsineo avranno a disposizione 10 GB di spazio nella propria casella e inviare mail fino a 25MB in massima sicurezza e 25 GB per creare e condividere spazi di lavoro, con l’opportunità di usufruire di tutti gli strumenti di messaggistica istantanea per essere costantemente in contatto con colleghi e docenti.

Non solo, ogni studente potrà integrare il sistema adattandolo alla vita dell’ateneo, sfruttando i più diffusi browser e, ovviamente, gli smartphone.
L’accordo raggiunto con Microsoft, permette all’ateneo di non gestire direttamente la manutenzione del sistema, mentre la sicurezza e privacy dei dati è garantita dall’azienda di Seattle.

giovedì 15 luglio 2010

Privacy a rischio per i giovani gay americani

La comunità gay americana è in fermento dopo la chiusura, nel febbraio scorso, di una rivista dedicata ai teenager omosessuali. “XY”, questo il nome della rivista, era un punto di riferimento per migliaia di giovani gay, ai quali venivano offerti articoli di tutti i generi oltre che una comunity su Internet.
Migliaia di abbonati significa anche migliaia di dati sensibili
, e spesso per loro natura delicati, immagazzinati nei database della società editrice che ha dichiarato bancarotta. Il timore dei più è proprio su che fine faranno quei dati sensibili, dal momento che spesso i teenager abbonati non si sono ancora rivelati in famiglia.

Intorno a questi dati, infatti, è nata una battaglia legale. Due società creditrici della rivista hanno chiesto di entrare in possesso dei database a titolo risarcitorio, provocando reazioni negative nella comunità gay e tra gli abbonati, tanto che la Commissione Federale per il Commercio è intervenuta diffidando le società creditrici dall’utilizzare quei dati sensibili. Per la Commissione si tratta di una palese violazione della privacy, e ha ordinato la distruzione dei database. Ma la querelle non si è bloccata e la conclusione della vicenda è ancora lontana.

Intanto rimane il dibattito sulla correttezza del “commercio” di questi dati sensibili, alla luce del fatto che la società editrice si era impegnata a non divulgarli a terzi. Un accordo che deve essere rispettato. Rimane quindi la violazione del rapporto di fiducia tra chi si è abbonato, rivelandosi, e chi gestiva a suo tempo questi dati e che non può trasferirsi ad un terzo senza che l’abbonato sia consenziente. Un vero rompicapo, morale e legale, insomma, che la comunità gay in America spera si possa chiudere positivamente quanto prima.

mercoledì 14 luglio 2010

Privacy: un 2009 ricco di risultati per il Garante

Il 2009 è stato un anno davvero intenso per il Garante della Privacy e il 2010, alla luce delle diatribe politiche in atto, sarà sicuramente ancora più intenso. Intanto, però, il Garante per la protezione dei dati personali, ha recentemente presentato il bilancio delle attività dello sorso anno, con una finestra sul primo semestre del 2010 e ha indicato le prospettive d’azione su cui si muoverà per proteggere sempre meglio i nostri dati personali.

Da segnalare, come primo dato del bilancio, la gran mole di contatti diretti dei cittadini con gli uffici del Garante.
Le oltre 34mila tra telefonate e mail esaminate su tematiche quali marketing, telefonate e fax pubblicitari, infatti, dimostrano come il cittadino italiano prenda sul serio la figura dell’Autorità Garante e che ad esso si rivolga sempre più per tutelare la privacy.

E il bilancio dell’attività del 2009 parla da solo. Adottati 600 provvedimenti collegiali, date 4000 risposte a quesiti, reclami e segnalazioni.
Al Garante sono stati presentati 360 reclami, mentre sono stati emanati 18 pareri al Governo e al Parlamento.

Di più: adottate 400 ispezioni e contestate 600 violazioni amministrative, con 43 violazioni segnalate alla magistratura.
Riscossi già 3 milioni di euro in sanzioni.

Un bilancio significativo per una Autorità che sta prendendo sempre più piede in Italia e che si trova di fronte ad un mutamento costante delle tematiche sulla privacy che rendono difficile il lavoro. Basti pensare alle audizioni parlamentari del garante sulle problematiche dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione al credito al consumo, dai sistemi antifrode all’uso dei dati raccolti da periti e consulenti della magistratura.

E, per molti, il bello deve ancora venire.

Sul piatto arriveranno sempre più quesiti. Basti pensare alle politiche dei social network, che all’estero sono oggetto di molte battaglie. Ma anche le telefonate pubblicitarie, la videosorveglianza, la tutela dei minori. Sono tutti temi già affrontati ma non ancora risolti nelle loro problematiche. Il 2010, con i nuovi poteri sanzionatori affidati al garante, si annuncia più bollente di questa estate afosa.

mercoledì 7 luglio 2010

Richiedere la cancellazione dei propri dati personali da un sito internet

Hai trovato online informazioni su di te che non corrispondono al vero, oppure non vuoi che queste informazioni siano visibili su Internet?

Sapevi che è un tuo diritto richiedere il rispetto della tua privacy?

“Curiosando” su Google ho visto che c’è un centro Privacy del noto Motore di Ricerca, quindi niente stress, in poco tempo possiamo comprendere perfettamente come far valere il nostro diritto alla Privacy anche su Internet.

Come fare?


Cerca sul sito sul quale hai visto essere presenti alcune informazioni su di te, il responsabile privacy, sicurezza dati o il webmaster.
Se non lo trovi vai su Whois.is, inserisci l’indirizzo del sito web in questione: troverai tra i risultati l’indirizzo email.


A quel punto scrivi una email richiedendo al rimozione delle informazioni a te inerenti, è un tuo diritto!




giovedì 1 luglio 2010

Focus sulla Privacy nel 2010

Presentata dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, alla presenza del Presidente della Camera Gianfranco Fini, la relazione sull’attività svolta nel 2009, proprio in un periodo in cui la privacy è al centro di molte battaglie parlamentari e di iniziative ministeriali.

Ma andiamo per ordine.

La relazione del Garante ha fatto il punto sullo stato di attuazione della legge sulla privacy, indicando anche le prospettive future.
Eppure è di questi giorni la diatriba tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e quanti difendono il diritto alla privacy.
Al centro della polemica l’introduzione, confermata, negli aeroporti e nelle stazioni dei cosiddetti “body scanner”, moderni rilevatori di sicurezza che nulla lasciano all’immaginazione quando un uomo o una donna passano il controllo.

Maroni conferma la decisione di installarli dopo la fine della fase di sperimentazione a luglio negli aeroporti campione, dopo di che anche i viaggiatori che frequentano le stazioni italiane saranno sottoposti al medesimo trattamento.

I detrattori del provvedimento si appellano al diritto alla privacy, contestando l’effettiva necessità di macchinari simili, e contestando al tempo stesso al Governo un diverso approccio alla privacy nel caso della legge sulle intercettazioni.

Dal canto suo, l’Autorità Garante ha solo potuto muovere dei rilievi che hanno portato alla modifica delle apparecchiature e al prolungamento della fase di sperimentazione.
Insomma, la discussione non si fermerà certo qua, con le associazioni di tutela dei consumatori pronte a dare battaglia contro questi provvedimenti limitativi della privacy.

Intanto, a proposito di provvedimenti, c’è da ricordare il nuovo provvedimento generale emanato dal Garante in merito alla videosorveglianza, sostitutivo di quello emanato nel 2004, che introduce importanti novità, e che è stato reso necessario dall’ormai massiccio utilizzo di tali sistemi, sia per la sicurezza pubblica e privata, che per il semplice controllo e prevenzioni in genere. Non solo: i recenti provvedimenti legislativi, anche locali, hanno portato a tali novità. E’ il caso del provvedimento che ha attribuito a sindaci e comuni competenze specifiche in merito all’incolumità pubblica.
Il Garante ha dato un periodo che va dai sei mesi ad un anno, a seconda degli adempimenti da assolvere, per mettersi in regola.
Così saranno approvati solo sistemi integrati di videosorveglianza nel rispetto di specifiche garanzie di tutela delle libertà personali. Saranno obbligatori i cartelli di segnalazione di telecamere delle forze di polizia. Inoltre sarà possibile conservare solo per un certo tempo le immagini registrate, mentre i sistemi che presentano rischi per i diritti e le libertà individuali dovranno essere sottoposti al controllo preventivo del Garante.

Questi sono solo alcuni dei nuovi provvedimenti in merito alla privacy, ma stanno comunque a dimostrare come la discussione in merito a questi temi sia molto accesa e non prossima alla conclusione.