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giovedì 5 gennaio 2012

Stop alle telecamere per il controllo dei lavoratori

Stop all'uso di telecamere per il controllo del lavoro dei dipendenti. Il Garante della Privacy si è pronunciato in merito all'uso di tali dispositivi dichiarando chiaramente che le telecamere sono da considerarsi come una vera e propria violazione della privacy del lavoratore, anche se espressamente segnalate. Stop dunque all'uso delle telecamere utilizzate allo scopo di controllare il lavoro dei dipendenti. Il provvedimento è scattato in relazione ad un caso che riguarda un'azienda ICT e una Pubblica Amministrazione, per cui sono state dichiarate inutilizzabili alcune immagini che riprendevano i movimenti dei dipendenti.

Sorvegliare vuol dire violare la privacy e pertanto i giudici hanno dichiarato inutilizzabili i filmati, mettendo in chiaro un aspetto che è stato spesso oggetto di controversie tra i datori di lavoro che volevano tenere sotto controllo i propri dipendenti ed i lavoratori che chiedevano maggiore rispetto della loro privacy anche durante l'orario di lavoro.

Fonte: Tutela della privacy: basta telecamere illecite sul lavoro

mercoledì 2 novembre 2011

La sicurezza della privacy online: interviene il Garante

Alzi la mano chi di voi si è ritrovato a compilare almeno una volta nella vita un form online, rilasciare i propri dati spesso senza rifletterci può essere controproducente e rischioso soprattutto quando si ha a che fare con form molto lunghi che richiedono l'immissione di molti dati personali. Proprio su questi punta il dito il Garante della Privacy che si pronuncia nello specifico contro il form del Università telematica che richiede agli utenti un pò troppi dati, non proprio in linea con gli adempimenti sulla privacy.

Il Garante ha sottolineato che la richiesta di dati come il luogo di nascita, la data di nascita, il codice fiscale e la cittadinanza sono informazioni “non pertinenti” con la necessità di compilare un form solo per richiedere informazioni all'Università telematica. Risultato? Il Garante è intervenuto e si è espresso nella Prescrizione per il trattamento di dati personali dove si definisce “illecito il trattamento dei dati personali (luogo e data di nascita, codice fiscale, cittadinanza) acquisiti mediante il form di registrazione Università Telematica, in quanto eccedenti rispetto alla dichiarata finalità del servizio di registrazione”.

venerdì 21 ottobre 2011

Google, nuovo progetto la tutela della privacy

Ebbene si, sarà per tutte le polemiche che lo hanno travolto, sarà perchè infondo la privacy su internet è un aspetto che sta sempre più a cuore degli utenti ma sta di fatto che il post di questa volta non punta il dito contro Google ma tende la mano al nuovo progetto di Big G.

Proprio cosi, sembra infatti che Google in collaborazione con il Citizen Advice Bureau, ovvero l'ufficio di consulenza legale per i cittadini, abbia avviato una vera e propria campagna di sensibilizzazione per la sicurezza online. Si tratta di Good to know ovvero uno manuale sulla privacy dove è possibile trovare delucidazioni in merito all'uso che il motore di ricerca fa dei nostri dati e soprattutot il modo in cui questi dati vengono conservati e tutelati.

Lodevole iniziativa, adesso suggeriamo un buon corso sulla privacy ed il gioco è fatto!

lunedì 27 giugno 2011

Opuscolo sulla sicurezza sui dati sanitari

Pubblicato in questi giorni dal Garante per la Privacy un Vademecum disponibile anche online dove vengono affrontate tematiche importanti per la tutela dei dati dei pazienti e gli adempimenti sulla privacy da considerare. Si intitola “Dalla parte del paziente. Privacy: le domande più frequenti“ l'opuscolo che spiega in modo semplice e lineare come i dati dei pazienti vengono trattati all'interno delle strutture sanitarie.

Un modo per essere vicino ai paziente che devono conoscere i loro diiritti in materia di sicurezza dei dati soprattutto quando si parla di dati sensibili e personali come la propria salute, ma anche un valido strumento a cui i professionisti e chi in generale opera nel settore possono affidarsi per avere un riferimento ufficiale nello svolgimento di alcuni ambiti del loro lavoro.

Il vademecum tratta anche aspetti relativi alla privacy sul luogo di lavoro, ad esempio il datore di lavoro per diritto può conoscere solo la prognosi con la sola indicazione dell’inizio e della durata dell’infermità non la diagnosi della malattia.

martedì 14 giugno 2011

Applicazioni mobile e privacy

Nell'epoca dei social e del mobile spopolano le applicazioni mobile, ovvero app che permettono di fare molteplice cose attraverso un semplice (che poi cosi semplici da usare non sono) smartphone. Non potevamo non chiederci quanto questi cellulari ultra tecnologici fossero sicuri e quanto i nostri dati fossero tutelati quando si scarica un'applicazione mobile.

ViaForensics, una società di Chicago che si occupa di sicurezza per aziende ha condotto un'indagine proprio in merito all'uso delle applicazioni mobile in relazione alla sicurezza per i nostri dati. I risultati non sono certo rassicuranti soprattutto perchè chiamano in causa tre colossi del settore, ovvero Linkedin, Foursquare e Netflix. Molte delle applicazioni più scaricate, in particolare per gli utenti di Android, sono risultate poco affidabili per quanto riguarda la sicurezza dei dati. Meno preoccupazioni desta l'uso di iPhone dove nonostante qualche anomalia nel sistema la protezione della privacy degli utenti non preoccupa.

mercoledì 11 maggio 2011

In USA la privacy è d'obbligo per gli under 13

Il congresso ha deciso che i dati degli utenti online al di sotto dei 13 anni sono assolutamente privati e per questo non possono essere usati per scopi commerciali. Insomma regole sempre più severe atte a tutelare soprattutto i giovanissimi spesso inconsapevoli e attratti da giochi o regali immaginari dietro cui si cela solo l'intenzione di raccogliere e utilizzare i propri dati e quelli dei loro amici/contatti.

In merito a privacy e dati sensibili anche la Commissione Europea rincara la dose, queste le parole del Commissario UE: “La normativa europea in materia dovrà essere rafforzata. Non è una sorpresa che la fiducia dei consumatori nei confronti della cosiddetta Information Society stia scemando negli ultimi tempi i recenti avvenimenti hanno scosso l’opinione pubblica e ora le Istituzioni europee, visto il comportamento delle aziende che operano sul web, dovranno lavorare per una seria riforma delle norme sulla protezione dei dati personali”.

venerdì 1 aprile 2011

Nuove norme contro il furto d'identità

Una nuova norma è stata approvata in merito alla tutela della privacy dei dati e alla sicurezza online. Adesso banche ed istituti di credito potranno accedere ad un database dove saranno disponibili nominativi e dati sensibili (anche partita iva in caso di aziende) di soggetti che hanno in passato richiesto finanziamenti.

Questo databese, accessibile solo alle attività del settore e dietro un compenso economico e l'iscrizione all'ente che lo gestirà, riporterà i dati consultabili per permettere alle aziende di controllare che quanto fornito dai clienti sia reale.

Un passo in più per la sicurezza degli utenti che sis ono visti subire furti di identità soprattutto online.

venerdì 11 marzo 2011

Privacy online: obbligatorio il consenso ai cookie

Arrivano direttamente dall'Unione Europea nuove norme per tutelare la privacy online degli utenti su internet lasciando a chi naviga la possibilità di valutare i rischi. Infatti dal 25 Maggio diventerà obbligatoria la richiesta del consenso all'utente per la gestione dei coockie.

A parte gli ecommerce e i in genrale tutti i siti inerenti la vendita online tutti gli altri gestori di siti dovranno esplicitamente chiedere agli utenti il permesso di tracciare i loro movimenti. Una vittoria per chi lotta per la difesa della privacy online degli utenti e per chi si batte per il diritto all'informazione.

Spesso, infatti, gli utenti sono ignari di alcuni aspetti della tecnologia e navigano in rete senza alcuna preoccupazione, adesso invece con la richiesta del concenso potranno decidere se accettare o no il tracciamento dei cookie.

giovedì 17 febbraio 2011

Privacy, negli USA anche Twitter chiamata in causa

Siamo talmente tanto abituati ad associaere il concetto di violazione della privacy a Facebook che adesso sembra strano dover citare il microblogging più famoso del mondo.

Si perchè stavolta ad avere problemi di mancata tutela della privacy è Twitter, che in USA ha maggiore rilevanza ed è molto più conosciuto e che è stato chiamato a rispondere di violazione della privacy da tre utenti di un certo spessore.

Si tratta dei programmatori Rop Gonggrijp e Jacob Appelbaum e del parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir, ad essi si sono aggregati gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) e della American Civil Liberties Union (ACLU).

L'accusa è violazione della privacy in relazione al caso di Wikileaks del suo fondatore Julian Assange e del presunto ruolo dei tre utenti come informatori.

lunedì 24 gennaio 2011

Non c'è privacy per le mail aziendali

Almeno questo è quello che sostiene una sentenza degli USA in merito ad una diatriba legale tra una signora ed il suo ex datore di lavoro in seguito a questioni relative alla privacy delle mail inviate mediante account di posta aziendali.

La signora aveva usato la mail aziendale per scambiarsi informazioni con il suo avvocato e i suoi superiori sono venuti a conoscenza del contenuto delle mail in quanto avevano accesso all'account.

Il giudice si è espresso a favore dei datori di lavoro, non vi è invasione della privacy in quanto il contenuto delle mail aziendali non è più personale se, appunto, è riportato all'interno di account che appartengono di fatto all'azienda.

venerdì 14 gennaio 2011

Privacy e web, linee guida dal Garante

Sono previste in via definitiva a partire dal 31 Gennaio, per adesso sono state approvate in via preliminare lo scorso 22 Dicembre. Si tratte delle linee guida che il Garante sulla privacy vuole emanare per garantire la tutela e la sicurezza online degli utenti.

Una serie di adempimenti per la privacy che le Pubbliche Amministrazioni devono tenere presente e rispettare per la pubblicazione dei propri siti web e per il trattamento di eventuali dati appartenenti agli utenti che navigano e si registrano in questi siti.

Dunque non ci resta che aspettare Febbraio per vedere di cosa esattamente si tratta!

giovedì 2 dicembre 2010

Quando la curiosità danneggia la privacy

Chi lavora con i socila network lo sa bene! Facebook serve a tante cose, a ripescare vecchi amici del liceo o a crearsene di nuovi, a mantenere i contatti con chi magari non si riesce a vedere di persona e a curiosare su cosa succede a chi!

Alzi la mano chi non ha mai, nemmeno una volta, usato il popolare social network per curiosare sul profilo di qualcuno, e alzi la seconda mano chi non ha mai pensato: "Chissa se tizio/a guarda il mio profilo?" oppure:" Ma chi guarda la mia Fan page Facebook?".

Ed ecco la trappola, studiata ad arte per colpire il punto debole del popolo di Facebook! Clicca qui per scoprire chi guarda il tuo profilo e intanto, mentre l'ignaro (ma troppo ingenuo) utente si perde tra link vari la sua privacy si perde con lui!

Attenti a questi link il loro unico scopo è carpire le vostre informazioni personali.

venerdì 19 novembre 2010

Pedaggi e privacy, ancora polemiche

Con le ultime discussioni in merito alle possibili installazioni dei pedaggi autostradali sul GRA di Roma tornano anche le polemiche sulla questione della tutela della privacy degli automobilisti.
Perchè una foto è sempre una foto e la privacy dei cittadini deve essere tutelata.

Dopo lo sciame di polemiche che si sono abbattutte sulle auto di Google si resta, dunque in tema di auto, ma stavolta si tratta delle auto di privati, e dunque come risolvere la situazione? Già è problematico che strade, che sono passaggio obbligatorio e quotidiano per moltissime persone, possano diventare a pagamento, in più si rischia di vedersi violare la privacy e fotografare.

Diciamoci la verità il problema del pedaggio e dei relativi adempimenti per la privacy è vecchio come il mondo, adesso, con la questione del GRA della capitale, è solo l'occasione di riparlare di una questione vecchia come il mondo.

giovedì 28 ottobre 2010

Gli Usa bloccano le accuse contro Google

la Commissione Federale per il Commercio (FTC) degli Stati Uniti ha bloccato le indagini in corso sull'operato di Google in merito alla raccolta senza permessi e all'utilizzo di dati sensibili sulla privacy captati attraverso le Gcar del sempre più contestato servizio di Street Viwe!

Proprio nei giorni in cui il Garante sulla Privacy di Roma ha avviato la sua inchiesta su Big G ecco che la società si impegna a nonutilizzare i dati raccolti.

Questa presa di posizione basterà a placare le polemiche? E soprattutto la sicurezza dei dati sulla privacy degli utenti sarà realmente tutelata? Lasciamo a perta la domanda in attesa di ulteriori segnali di fumo!

giovedì 23 settembre 2010

Il Garante italiano per la privacy contro Google

Continuano le polemiche tra Google ed i garanti della privacy di vari stati sparsi un po’ in tutto il mondo. Per un motivo o per un altro il gigante del web ha dovuto rispondere di diverse accuse, molte concentrate intorno al famoso servizio di Street View e tutte comunque con un unico filo comune che è quello della tutela della privacy delle persone.

Adesso a scendere in campo è il Garante della privacy italiano e punta anch'esso il dito sul celebre servizio Street View, per le stesse motivazioni che hanno spinto le autorità tedesche a chiedere spiegazioni alla società americana.

Il nodo del discorso riguarda la raccolta dei dati delle reti wireless che la macchina di google raccoglie e conserva al suo passaggio. Dati comunque privati che potrebbero comportare la realizzazione di una mappa dei punti di accesso degli utenti e l’identificazione di nomi e luoghi, dunque una vera e propria violazione della privacy.

Per questo il garante italiano chiede Google di bloccare qualunque trattamento di questi dati, ma non di cancellarli del tutto, almeno fino a quando non sarà stata assicurata l’assoluta assenza di una eventuale violazione dei diritti e della privacy dei cittadini italiani.

lunedì 20 settembre 2010

La privacy siede tra i banchi di scuola

Il problema privacy siede nei banchi. C’era da aspettarselo infondo che, in tutto questo polverone in merito alla tutela dei dati sensibili, il tema scuola prima o poi sarebbe stato associato a l concetto di tutela della privacy e dei dati personali (si pensi solo ai voti scolastici).

La questione non riguarda solo l’aspetto, di certo basilare, della formazione degli alunni in merito a tematiche importanti come il rispetto e le tutela della privacy, ma anche il trattamento vero e proprio dei dati sensibili e privati all’interno delle scuole. Ad esempio una scuola pubblica non è tenuta a chiedere il consenso al trattamento dei dati ad alunni e genitori, cosa che non vale invece nel caso di una istituzione privata.

Questa come altre regole sono definite in un vadevecum sulla privacy disponibile sia in versione digitale che cartaceo che porta il titolo di «La privacy tra i banchi di scuola». Francesco Pizzetti, presidente dell’Authority per la Privacy ha dichiarato:«abbiamo predisposto questo strumento con un duplice scopo: rendere più facile l’applicazione delle norme a tutela dei diritti relativi alla protezione dei dati personali anche nelle scuole e diffondere una cultura positiva della privacy favorendo la conoscenza di questo nuovo diritto».

mercoledì 15 settembre 2010

Sicurezza e privacy su Facebook: parla Mark Zuckerberg

Ancora un problema di privacy e ancora in causa è stato chiamato il più popolare social network del web attuale, Facebook. A parlare è direttamente Mark Zuckerberg, il giovanissimo fondatore del network che risponde alle accuse mosse sul tema di sicurezza e privacy e sulla reale valutazione del rischio che un utente corre sul web.

Il giovane risponde in merito alle politiche sulla privacy scelte e messe in atto dal gruppo, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle proprie informazioni ed il fatto che, come conseguenza delle nuove impostazioni sempre più spesso gli utenti sono spinti a rendere pubblico un numero sempre più alto di dati personali, a volte anche in modo del tutto inconsapevole, soprattutto se si pensa che Facebook è usato anche da persona che poco conoscono le tecniche per gestire le proprie impostazioni personali.

Mark Zuckerberg prende le critiche continue come un processo naturale ma afferma di essere convinto di intraprendere una strada giusta. Queste affermazioni però potrebbero non soddisfare a pieno chi continua a muovere profonde critiche al social network.

giovedì 9 settembre 2010

Google cambia la sua politica sulla privacy

Ancora politiche di privacy e ancora internet, per l’esattezza il gigante del web: Google, a cui a questo punto suggeriami un pò di corsi di formazione sulla privacy.
Reduce da denunce su denunce per violazione della privacy Google ha annunciato che dal prossimo 3 ottobre le cose cambieranno, sarà dato il via, infatti, ad una nuova policy sul tema scottante della privacy degli utenti, sul web e fuori dal web (viste le recenti polemiche per il servizio Street View).
La base delle nuove linee politiche in merito alla riservatezza punta a rendere i servizi, e le opzioni disponibili, più chiari e facili da individuare per l’utente. Una scelta inevitabile se si pensa che Google ha da poco dovuto sborsare ben 8,5 milioni di dollari per una class action dove degli utenti avevano reclamato per una impostazione di default di Buzz che mostrava la lista dei contatti di Gmail.
Di conseguenza con le nuove norme i cambiamenti sostanziali saranno in definitiva due: quali sono i dati che Google raccoglie ( e per quale scopo li raccoglie) e come un utente può evitarlo, al fine di tutelare la propria privacy. Quello che resta da chiedersi, a questo punto, è quanto questi cambiamenti andranno realmente a soddisfare le numerose accuse che, inevitabilmente, colossi di internet come Google, vedono arrivare regolarmente.

mercoledì 8 settembre 2010

Ancora Facebook vs privacy e sicurezza

Nell’era dei social network si sa il concetto di privacy tende ad assottigliarsi ogni giorno di più e come sempre in tutto ciò a destare maggiore preoccupazione, o maggiore felicità dipende dal punto di vista, è Facebook. Il popolarissimo social network, amato e odiato, già più volte oggetto di critiche in merito alle tematiche di sicurezza e privacy, adesso è finito per l’ennesima volta nell’occhio del ciclone, questo perché, secondo quanto riportato dal blog specializzato All Facebook, i creatori di faccia libro starebbero testando una nuova funzione. Con un semplice click infatti potrebbe divenire possibile “iscriversi” agli aggiornamenti di un profilo (che sia un amico, un marchio o un servizio) in modo da essere informati ogni qual volta la pagina oggetto dell’interesse cambia stato o aggiunge un link o altro.
Una chicca in più che ricorda molto l’altrettanto popolare (nonché diretto concorrente) social network, ovvero Twitter, il servizio di microblogging dove si scelgono i profili da seguire.
Se il tasto in questione potrebbe essere la gioia di fidanzati o appassionati del social le critiche non mancano a fronte di un ulteriore assottigliamento della sfera della privacy per gli utenti, per non parlare di chi inneggia già al “tasto per stalker”. Al momento nessuna fonte ufficiale da parte dell’azienda in merito a queste voci, l’esito di questo dibattito dipenderà ovviamente da come questo tasto sarà presentato agli utenti, se opzionale o se di default. In questo ultimo caso il problema sicurezza e privacy diverrà sicuramente oggetto di discussione.

giovedì 2 settembre 2010

La privacy come valore aggiunto di un servizio

Il concetto di privacy ruota spesso attorno a delle controversie, oggetto spesso di dibattiti. La tutela dei dati forniti dagli utenti ogni giorno in rete è un aspetto che comporta delle spese per le aziende, per questo spesso, soprattutto per le aziende, è consiliabile svolgere un corso privacy. Per non parlare delle difficoltà che un utente ha nel divincolarsi nel complesso mondo del diritto alla privacy.
Ma spesso durante gli accaniti dibattiti sulla privacy non si dà il giusto rilievo ad un aspetto importante di questo concetto: la privacy non è solo un dato personale da difendere, ma può diventare la base da cui partire per l’innovazione.
Questo è il concetto di privacy by design, prodotti che già in fase di progettazione prevedono un’attenzione particolare alla privacy, e di privacy enhancing technologies (Pet) tecnologie specifiche che seguono gli utenti nella scelta della riservatezza.
La tutela della privacy, anzi per l’esattezza, la possibilità di ottenere dalle aziende servizi o prodotti fornendo solo le credenziali effettivamente necessarie, diviene un valore aggiunto da sfruttare per aumentare la propria competitività. Questi concetti potrebbero spingere gli utenti ad usare con più serenità determinati servizi abbattendo uno dei muri più difficili da superare per chi quotidianamente offre servizi o prodotti online e non solo.