giovedì 29 luglio 2010

Data Retention, normativa europea

La privacy rimane al centro dell’attenzione internazionale, molto più all’estero che in Italia a dire il vero.
Sotto esame degli esperti e dei fruitori di internet, ancora una volta, è finita la normativa europea in materia, la cosiddetta Data Retention.

Questo non solo perche viene considerata insufficiente a produrre effetti positivi in materia di conservazione di dati sensibili, ma perché incapace di arginare le inosservanze che periodicamente vengono denunciate a discapito dei fruitori di internet.Non si tratta di intenzionalità, ovviamente.

Il punto è che la materia è in continua evoluzione e di conseguenza ogni normativa, ogni aggiornamento, inevitabilmente è gia vecchio nel momento stesso in cui entra in vigore. Un problema che i legislatori hanno comunque ben presente.
Resta il fatto che la Data Retention, stando alle denunce, viene spesso disattesa.

Il periodo di tempo ammesso a livello europeo per la conservazione dei dati, che va dai sei mesi ai due anni, viene arbitrariamente e illegalmente portato fino ai dieci anni.
Stesso discorso per quanto riguarda la tipologia delle informazioni conservate e Url, visitate, header di posta e perfino le posizioni di chiamata di una telefonata da cellulare vengono registrate e immagazzinate a discapito e a insaputa degli utenti. Come impedire tutto questo è al momento quasi impossibile.

Certo a livello europeo servirebbero delle normative più rigide, ma soprattutto, questo punto, più punitive così da scoraggiare azioni illegali. Intanto gli utenti continuano a navigare ignari di che fine facciano i propri dati personali.

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