lunedì 27 settembre 2010

Google festeggia 12 anni

Il motore di ricerca più famoso di internet oggi compie gli anni. Sono 12 le candeline disegnate nella torta artistica firmata da Wayne Thiebaud, famoso pittore dell'Ariziona, molto conosciuto per i suoi quadri che riproducono nature morte e oggetti d'uso quotidiano.

Google è sempre al centro dell’attenzione dei media, anche in relazione al concetto di privacy che ultimamente è stato molto discusso, anche in questo blog con diversi post in merito, ma adesso quello che importa è festeggiare un avventura iniziata 12 anni fa dall’idea di due giovani universitari.

Un avventura che oggi vive in migliaia di sedi dislocate in tutto il mondo e in numerosi servizi online che quotidianamente aiutano gli utenti in diversi aspetti della loro vita sul web, dal lavoro alla ricerca di informazioni utili! Buon compleanno Google

giovedì 23 settembre 2010

Il Garante italiano per la privacy contro Google

Continuano le polemiche tra Google ed i garanti della privacy di vari stati sparsi un po’ in tutto il mondo. Per un motivo o per un altro il gigante del web ha dovuto rispondere di diverse accuse, molte concentrate intorno al famoso servizio di Street View e tutte comunque con un unico filo comune che è quello della tutela della privacy delle persone.

Adesso a scendere in campo è il Garante della privacy italiano e punta anch'esso il dito sul celebre servizio Street View, per le stesse motivazioni che hanno spinto le autorità tedesche a chiedere spiegazioni alla società americana.

Il nodo del discorso riguarda la raccolta dei dati delle reti wireless che la macchina di google raccoglie e conserva al suo passaggio. Dati comunque privati che potrebbero comportare la realizzazione di una mappa dei punti di accesso degli utenti e l’identificazione di nomi e luoghi, dunque una vera e propria violazione della privacy.

Per questo il garante italiano chiede Google di bloccare qualunque trattamento di questi dati, ma non di cancellarli del tutto, almeno fino a quando non sarà stata assicurata l’assoluta assenza di una eventuale violazione dei diritti e della privacy dei cittadini italiani.

lunedì 20 settembre 2010

La privacy siede tra i banchi di scuola

Il problema privacy siede nei banchi. C’era da aspettarselo infondo che, in tutto questo polverone in merito alla tutela dei dati sensibili, il tema scuola prima o poi sarebbe stato associato a l concetto di tutela della privacy e dei dati personali (si pensi solo ai voti scolastici).

La questione non riguarda solo l’aspetto, di certo basilare, della formazione degli alunni in merito a tematiche importanti come il rispetto e le tutela della privacy, ma anche il trattamento vero e proprio dei dati sensibili e privati all’interno delle scuole. Ad esempio una scuola pubblica non è tenuta a chiedere il consenso al trattamento dei dati ad alunni e genitori, cosa che non vale invece nel caso di una istituzione privata.

Questa come altre regole sono definite in un vadevecum sulla privacy disponibile sia in versione digitale che cartaceo che porta il titolo di «La privacy tra i banchi di scuola». Francesco Pizzetti, presidente dell’Authority per la Privacy ha dichiarato:«abbiamo predisposto questo strumento con un duplice scopo: rendere più facile l’applicazione delle norme a tutela dei diritti relativi alla protezione dei dati personali anche nelle scuole e diffondere una cultura positiva della privacy favorendo la conoscenza di questo nuovo diritto».

mercoledì 15 settembre 2010

Sicurezza e privacy su Facebook: parla Mark Zuckerberg

Ancora un problema di privacy e ancora in causa è stato chiamato il più popolare social network del web attuale, Facebook. A parlare è direttamente Mark Zuckerberg, il giovanissimo fondatore del network che risponde alle accuse mosse sul tema di sicurezza e privacy e sulla reale valutazione del rischio che un utente corre sul web.

Il giovane risponde in merito alle politiche sulla privacy scelte e messe in atto dal gruppo, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle proprie informazioni ed il fatto che, come conseguenza delle nuove impostazioni sempre più spesso gli utenti sono spinti a rendere pubblico un numero sempre più alto di dati personali, a volte anche in modo del tutto inconsapevole, soprattutto se si pensa che Facebook è usato anche da persona che poco conoscono le tecniche per gestire le proprie impostazioni personali.

Mark Zuckerberg prende le critiche continue come un processo naturale ma afferma di essere convinto di intraprendere una strada giusta. Queste affermazioni però potrebbero non soddisfare a pieno chi continua a muovere profonde critiche al social network.

giovedì 9 settembre 2010

Google cambia la sua politica sulla privacy

Ancora politiche di privacy e ancora internet, per l’esattezza il gigante del web: Google, a cui a questo punto suggeriami un pò di corsi di formazione sulla privacy.
Reduce da denunce su denunce per violazione della privacy Google ha annunciato che dal prossimo 3 ottobre le cose cambieranno, sarà dato il via, infatti, ad una nuova policy sul tema scottante della privacy degli utenti, sul web e fuori dal web (viste le recenti polemiche per il servizio Street View).
La base delle nuove linee politiche in merito alla riservatezza punta a rendere i servizi, e le opzioni disponibili, più chiari e facili da individuare per l’utente. Una scelta inevitabile se si pensa che Google ha da poco dovuto sborsare ben 8,5 milioni di dollari per una class action dove degli utenti avevano reclamato per una impostazione di default di Buzz che mostrava la lista dei contatti di Gmail.
Di conseguenza con le nuove norme i cambiamenti sostanziali saranno in definitiva due: quali sono i dati che Google raccoglie ( e per quale scopo li raccoglie) e come un utente può evitarlo, al fine di tutelare la propria privacy. Quello che resta da chiedersi, a questo punto, è quanto questi cambiamenti andranno realmente a soddisfare le numerose accuse che, inevitabilmente, colossi di internet come Google, vedono arrivare regolarmente.

mercoledì 8 settembre 2010

Ancora Facebook vs privacy e sicurezza

Nell’era dei social network si sa il concetto di privacy tende ad assottigliarsi ogni giorno di più e come sempre in tutto ciò a destare maggiore preoccupazione, o maggiore felicità dipende dal punto di vista, è Facebook. Il popolarissimo social network, amato e odiato, già più volte oggetto di critiche in merito alle tematiche di sicurezza e privacy, adesso è finito per l’ennesima volta nell’occhio del ciclone, questo perché, secondo quanto riportato dal blog specializzato All Facebook, i creatori di faccia libro starebbero testando una nuova funzione. Con un semplice click infatti potrebbe divenire possibile “iscriversi” agli aggiornamenti di un profilo (che sia un amico, un marchio o un servizio) in modo da essere informati ogni qual volta la pagina oggetto dell’interesse cambia stato o aggiunge un link o altro.
Una chicca in più che ricorda molto l’altrettanto popolare (nonché diretto concorrente) social network, ovvero Twitter, il servizio di microblogging dove si scelgono i profili da seguire.
Se il tasto in questione potrebbe essere la gioia di fidanzati o appassionati del social le critiche non mancano a fronte di un ulteriore assottigliamento della sfera della privacy per gli utenti, per non parlare di chi inneggia già al “tasto per stalker”. Al momento nessuna fonte ufficiale da parte dell’azienda in merito a queste voci, l’esito di questo dibattito dipenderà ovviamente da come questo tasto sarà presentato agli utenti, se opzionale o se di default. In questo ultimo caso il problema sicurezza e privacy diverrà sicuramente oggetto di discussione.

giovedì 2 settembre 2010

La privacy come valore aggiunto di un servizio

Il concetto di privacy ruota spesso attorno a delle controversie, oggetto spesso di dibattiti. La tutela dei dati forniti dagli utenti ogni giorno in rete è un aspetto che comporta delle spese per le aziende, per questo spesso, soprattutto per le aziende, è consiliabile svolgere un corso privacy. Per non parlare delle difficoltà che un utente ha nel divincolarsi nel complesso mondo del diritto alla privacy.
Ma spesso durante gli accaniti dibattiti sulla privacy non si dà il giusto rilievo ad un aspetto importante di questo concetto: la privacy non è solo un dato personale da difendere, ma può diventare la base da cui partire per l’innovazione.
Questo è il concetto di privacy by design, prodotti che già in fase di progettazione prevedono un’attenzione particolare alla privacy, e di privacy enhancing technologies (Pet) tecnologie specifiche che seguono gli utenti nella scelta della riservatezza.
La tutela della privacy, anzi per l’esattezza, la possibilità di ottenere dalle aziende servizi o prodotti fornendo solo le credenziali effettivamente necessarie, diviene un valore aggiunto da sfruttare per aumentare la propria competitività. Questi concetti potrebbero spingere gli utenti ad usare con più serenità determinati servizi abbattendo uno dei muri più difficili da superare per chi quotidianamente offre servizi o prodotti online e non solo.

giovedì 29 luglio 2010

Data Retention, normativa europea

La privacy rimane al centro dell’attenzione internazionale, molto più all’estero che in Italia a dire il vero.
Sotto esame degli esperti e dei fruitori di internet, ancora una volta, è finita la normativa europea in materia, la cosiddetta Data Retention.

Questo non solo perche viene considerata insufficiente a produrre effetti positivi in materia di conservazione di dati sensibili, ma perché incapace di arginare le inosservanze che periodicamente vengono denunciate a discapito dei fruitori di internet.Non si tratta di intenzionalità, ovviamente.

Il punto è che la materia è in continua evoluzione e di conseguenza ogni normativa, ogni aggiornamento, inevitabilmente è gia vecchio nel momento stesso in cui entra in vigore. Un problema che i legislatori hanno comunque ben presente.
Resta il fatto che la Data Retention, stando alle denunce, viene spesso disattesa.

Il periodo di tempo ammesso a livello europeo per la conservazione dei dati, che va dai sei mesi ai due anni, viene arbitrariamente e illegalmente portato fino ai dieci anni.
Stesso discorso per quanto riguarda la tipologia delle informazioni conservate e Url, visitate, header di posta e perfino le posizioni di chiamata di una telefonata da cellulare vengono registrate e immagazzinate a discapito e a insaputa degli utenti. Come impedire tutto questo è al momento quasi impossibile.

Certo a livello europeo servirebbero delle normative più rigide, ma soprattutto, questo punto, più punitive così da scoraggiare azioni illegali. Intanto gli utenti continuano a navigare ignari di che fine facciano i propri dati personali.

martedì 27 luglio 2010

La Privacy a scuola

Forse non ci abbiamo mai pensato o forse non così tanto come, invece, penseremmo se si trattasse di dati e informazioni aziendali protetti, eppure c'è un "mondo di privacy" anche e soprattutto a scuola.

Infatti, proprio negli istituti scolastici vengono trattati numerose e diversi tipi di informazioni e dati sensibili sulle famiglie, sugli alunni, su eventuali condizioni economiche e sanitarie.
Si pensi, solo, per esempio, a come vengono assegnati i sostegni economici per le famiglie più bisognose o, ancora, a tutte quelle informazioni inerenti una patologia o disabilità degli studenti.

Da Superabile INAIL, il Contact Center Integrato costituito da un portale di informazione e di documentazione sulle tematiche della disabilità, arriva una vera e propria guida online intitolata "La privcay a scuola" e scaricabile gratuitamente in formato PDF cliccando sull'immagine sottostante.

La Privacy a Scuola


martedì 20 luglio 2010

Bologna: studenti on line

L’Università di Bologna si pone ancora una volta all’avanguardia in Italia in fatto di modernità, offrendo ai suoi studenti la possibilità di usufruire di una vera e propria piattaforma di messaggistica completamente gratuita in modalità web o mobile, grazie alla collaborazione della Microsoft.

Il sistema adottato è il cloud based di Live at edu.
Così le migliaia di studenti dell’ateneo felsineo avranno a disposizione 10 GB di spazio nella propria casella e inviare mail fino a 25MB in massima sicurezza e 25 GB per creare e condividere spazi di lavoro, con l’opportunità di usufruire di tutti gli strumenti di messaggistica istantanea per essere costantemente in contatto con colleghi e docenti.

Non solo, ogni studente potrà integrare il sistema adattandolo alla vita dell’ateneo, sfruttando i più diffusi browser e, ovviamente, gli smartphone.
L’accordo raggiunto con Microsoft, permette all’ateneo di non gestire direttamente la manutenzione del sistema, mentre la sicurezza e privacy dei dati è garantita dall’azienda di Seattle.

giovedì 15 luglio 2010

Privacy a rischio per i giovani gay americani

La comunità gay americana è in fermento dopo la chiusura, nel febbraio scorso, di una rivista dedicata ai teenager omosessuali. “XY”, questo il nome della rivista, era un punto di riferimento per migliaia di giovani gay, ai quali venivano offerti articoli di tutti i generi oltre che una comunity su Internet.
Migliaia di abbonati significa anche migliaia di dati sensibili
, e spesso per loro natura delicati, immagazzinati nei database della società editrice che ha dichiarato bancarotta. Il timore dei più è proprio su che fine faranno quei dati sensibili, dal momento che spesso i teenager abbonati non si sono ancora rivelati in famiglia.

Intorno a questi dati, infatti, è nata una battaglia legale. Due società creditrici della rivista hanno chiesto di entrare in possesso dei database a titolo risarcitorio, provocando reazioni negative nella comunità gay e tra gli abbonati, tanto che la Commissione Federale per il Commercio è intervenuta diffidando le società creditrici dall’utilizzare quei dati sensibili. Per la Commissione si tratta di una palese violazione della privacy, e ha ordinato la distruzione dei database. Ma la querelle non si è bloccata e la conclusione della vicenda è ancora lontana.

Intanto rimane il dibattito sulla correttezza del “commercio” di questi dati sensibili, alla luce del fatto che la società editrice si era impegnata a non divulgarli a terzi. Un accordo che deve essere rispettato. Rimane quindi la violazione del rapporto di fiducia tra chi si è abbonato, rivelandosi, e chi gestiva a suo tempo questi dati e che non può trasferirsi ad un terzo senza che l’abbonato sia consenziente. Un vero rompicapo, morale e legale, insomma, che la comunità gay in America spera si possa chiudere positivamente quanto prima.

mercoledì 14 luglio 2010

Privacy: un 2009 ricco di risultati per il Garante

Il 2009 è stato un anno davvero intenso per il Garante della Privacy e il 2010, alla luce delle diatribe politiche in atto, sarà sicuramente ancora più intenso. Intanto, però, il Garante per la protezione dei dati personali, ha recentemente presentato il bilancio delle attività dello sorso anno, con una finestra sul primo semestre del 2010 e ha indicato le prospettive d’azione su cui si muoverà per proteggere sempre meglio i nostri dati personali.

Da segnalare, come primo dato del bilancio, la gran mole di contatti diretti dei cittadini con gli uffici del Garante.
Le oltre 34mila tra telefonate e mail esaminate su tematiche quali marketing, telefonate e fax pubblicitari, infatti, dimostrano come il cittadino italiano prenda sul serio la figura dell’Autorità Garante e che ad esso si rivolga sempre più per tutelare la privacy.

E il bilancio dell’attività del 2009 parla da solo. Adottati 600 provvedimenti collegiali, date 4000 risposte a quesiti, reclami e segnalazioni.
Al Garante sono stati presentati 360 reclami, mentre sono stati emanati 18 pareri al Governo e al Parlamento.

Di più: adottate 400 ispezioni e contestate 600 violazioni amministrative, con 43 violazioni segnalate alla magistratura.
Riscossi già 3 milioni di euro in sanzioni.

Un bilancio significativo per una Autorità che sta prendendo sempre più piede in Italia e che si trova di fronte ad un mutamento costante delle tematiche sulla privacy che rendono difficile il lavoro. Basti pensare alle audizioni parlamentari del garante sulle problematiche dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione al credito al consumo, dai sistemi antifrode all’uso dei dati raccolti da periti e consulenti della magistratura.

E, per molti, il bello deve ancora venire.

Sul piatto arriveranno sempre più quesiti. Basti pensare alle politiche dei social network, che all’estero sono oggetto di molte battaglie. Ma anche le telefonate pubblicitarie, la videosorveglianza, la tutela dei minori. Sono tutti temi già affrontati ma non ancora risolti nelle loro problematiche. Il 2010, con i nuovi poteri sanzionatori affidati al garante, si annuncia più bollente di questa estate afosa.