mercoledì 2 novembre 2011

La sicurezza della privacy online: interviene il Garante

Alzi la mano chi di voi si è ritrovato a compilare almeno una volta nella vita un form online, rilasciare i propri dati spesso senza rifletterci può essere controproducente e rischioso soprattutto quando si ha a che fare con form molto lunghi che richiedono l'immissione di molti dati personali. Proprio su questi punta il dito il Garante della Privacy che si pronuncia nello specifico contro il form del Università telematica che richiede agli utenti un pò troppi dati, non proprio in linea con gli adempimenti sulla privacy.

Il Garante ha sottolineato che la richiesta di dati come il luogo di nascita, la data di nascita, il codice fiscale e la cittadinanza sono informazioni “non pertinenti” con la necessità di compilare un form solo per richiedere informazioni all'Università telematica. Risultato? Il Garante è intervenuto e si è espresso nella Prescrizione per il trattamento di dati personali dove si definisce “illecito il trattamento dei dati personali (luogo e data di nascita, codice fiscale, cittadinanza) acquisiti mediante il form di registrazione Università Telematica, in quanto eccedenti rispetto alla dichiarata finalità del servizio di registrazione”.

venerdì 21 ottobre 2011

Google, nuovo progetto la tutela della privacy

Ebbene si, sarà per tutte le polemiche che lo hanno travolto, sarà perchè infondo la privacy su internet è un aspetto che sta sempre più a cuore degli utenti ma sta di fatto che il post di questa volta non punta il dito contro Google ma tende la mano al nuovo progetto di Big G.

Proprio cosi, sembra infatti che Google in collaborazione con il Citizen Advice Bureau, ovvero l'ufficio di consulenza legale per i cittadini, abbia avviato una vera e propria campagna di sensibilizzazione per la sicurezza online. Si tratta di Good to know ovvero uno manuale sulla privacy dove è possibile trovare delucidazioni in merito all'uso che il motore di ricerca fa dei nostri dati e soprattutot il modo in cui questi dati vengono conservati e tutelati.

Lodevole iniziativa, adesso suggeriamo un buon corso sulla privacy ed il gioco è fatto!

venerdì 7 ottobre 2011

Intervento della commissione europea per la privacy

La commissione interviene in merito ad un aspetto delicato più volte trattato nel nostro blog, la reale protezione dei dei dati sensibili e il rispetto della normativa sulla privacy, aspetti delicati soprattutto in seguito allo sviluppo sempre più crescente dei cosi detti social network.

L'Unione europea già nel mese di maggio si era pronunciata in merito alla necessità di tutelare soprattutto i giovanissimi dai pericoli della rete, sottolineando come siano i minori i principali fruitori di un potenziale rischio, per questo le autorità parlano di una necessaria autoregolamentazione utile a sottolineare tutti quei fattori di fondamentali per una corretta fruizione delle piattaforme social:

  • Presenza di informazioni più comprensibili
  • Visibilità delle proprie informazioni
  • Informazioni più chiare per minori
  • Semplificazione del blocco di contatti indesiderati

Indagine rilasciato dalla Commissione Europea

giovedì 29 settembre 2011

Tutelare la propria privacy online?

Una guida online per imparare a tutelare la privacy: con l'avvento dei social network tra facebook e twitter ed il neonato google+ è sempre più difficile per gli utenti tutelare la propria privacy nel web. Internet è un crogiolo di documenti, corsi e approfondimenti ma riuscire a trovare tutto come è possibile?

Una guida completa è quello che ho trovato online che affronta le principali tematiche inerenti la privacy e la tutela dei propri dati personali attraverso un'approfondita conoscenza della normativa italiana.


venerdì 29 luglio 2011

Il Garante tutela la privacy in fase di colloqui pre assunzioni

Attraverso il Provvedimento del 21 luglio 2011 il Garante della Privacy si è pronunciato in merito a quanto riportato nell'art. 8, l. n. 300/1970 secondo cui è fatto "divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione [...] di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose e sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini dell'attitudine professionale del lavoratore" e all'art. 10, D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276 che vieta il trattamento dei dati personali dei lavoratori che non risultino essere strettamente attinenti alle attitudini professionali e per valutare un eventuale inserimento lavorativo.

Insomma tutela della privacy nelle assunzioni questo lo scopo del garante che vuole proteggere i dati sensibili dei lavoratori vietando ai datori di lavoro di raccogliere in fase di analisi ai fini dell'assunzione alcune informazioni al fine di proteggere la dignità della persona ed il diritto alla tutela della vita privata.

lunedì 18 luglio 2011

BrowserID per la sicurezza della privacy online

Mozilla Firefox presenta il suo nuovissimo sistema per la tutela della sicurezza dei dati e la privacy online degli utenti che permette di accedere ad un sito Web senza la necessità di reiscrivere login e password, altro che corso sulla privacy adesso per tutelarsi basta un click, o no?

Si chiama BrowserID il progetto della volpe che garantisce la possibilità di effettuare un unico accesso grazie all'uso di un indirizzo mail e e di una password unica, entrambi sempre e comunque associati. La sicurezza nell'utilizzo di questo sistema è data dal fatto che tutto è protetto e per ogni click si verifica la proprietà dell’account e l’utente per permettere un accesso sicuro che protegge i dati dell'utente su qualsiasi sito Web.

giovedì 14 luglio 2011

Google+ già viola le norme sulla privacy

Secondo le stime rilasciate da Paul Allen, fondatore di Ancestry.com, Google+ ha già raggiunto la modesta cifra di 10milioni di utenti, persone iscritte che potrebbero addirittura raddoppiare nelle prossime settimane. Ma con l'esplosione degli utenti esplodono anche le prime polemiche relative alla privacy.

Google+ è ancora in fase beta per cui a rischio bug, uno di questi riguarda proprio la privacy degli utenti. Nello specifico il dito viene puntato nella funzione“resharing”, molto simile al retweet di Twitter. Bastano pochi click per “bucare” le cerchie (circles), e ricondividere (resharing) il contenuto di un amico con le proprie cerchie.

Per tutelarsi è bene disabilitare il resharing dal menu a discesa posto sulla destra di ogni post, questo va fatto per ogni singolo post condiviso in quanto Google non permette ancora di disattivare la funzione in modo generale.

martedì 5 luglio 2011

Nuove norme per il codice PIN

Rivisitazione della norma norma ISO 9564-1(“Financial services – Personal Identification Number (PIN) management and security – Part 1: Basic principles and requirements for PINs in card-based systems”) quella cioè che ha il compito di proteggere i dati del possessore del codice PIN. Già proprio quella serie di numeri con cui tutti abbiamo a che fare quasi quotidianamente per prelevare o pagare tra negozi e ristoranti.

Mark Sutton, Presidente del sottocomitato ISO afferma:

La durata di vita di un codice PIN può essere lungo e coinvolgere nel suo uso abituale differenti Paesi, postazioni bancomat, negozi, oltre che lo spazio virtuale online. La sua segretezza deve essere assicurata sempre, non solo per le transazioni online, ma anche ovviamente per quelle offline, dal momento in cui la carta viene attivata a quello in cui viene disabilitata, comprese tutte le operazioni di routine come accessi, caricamenti, trasmissioni, validazioni, ecc.

L'aggiornamento di questa norma comporterà oltre che una maggiore sicurezza dei dati un miglioramento delle tecniche necessarie a proteggere il processo di autenticazione del PIN.

lunedì 27 giugno 2011

Opuscolo sulla sicurezza sui dati sanitari

Pubblicato in questi giorni dal Garante per la Privacy un Vademecum disponibile anche online dove vengono affrontate tematiche importanti per la tutela dei dati dei pazienti e gli adempimenti sulla privacy da considerare. Si intitola “Dalla parte del paziente. Privacy: le domande più frequenti“ l'opuscolo che spiega in modo semplice e lineare come i dati dei pazienti vengono trattati all'interno delle strutture sanitarie.

Un modo per essere vicino ai paziente che devono conoscere i loro diiritti in materia di sicurezza dei dati soprattutto quando si parla di dati sensibili e personali come la propria salute, ma anche un valido strumento a cui i professionisti e chi in generale opera nel settore possono affidarsi per avere un riferimento ufficiale nello svolgimento di alcuni ambiti del loro lavoro.

Il vademecum tratta anche aspetti relativi alla privacy sul luogo di lavoro, ad esempio il datore di lavoro per diritto può conoscere solo la prognosi con la sola indicazione dell’inizio e della durata dell’infermità non la diagnosi della malattia.

mercoledì 22 giugno 2011

La privacy è un problema per il 70% delle aziende

Un sondaggiom condotto da una nota società di ricerca amaericana denuncia un problema reale di privacy nelle aziende. La Ponemon Institute, società di ricerca nel campo della gestione di privacy e informazioni in collaborazione con la Check Point Software Technologies leader mondiale nella sicurezza su internet affrontano le pecche della sicurezza dei dati nelle aziende puntando il dito spesso sulla distrazione dei dipendenti più che su l'uso di sistemi di siscurezza poco sicuri.

Il colmo forse ma è cosi è la distrazione umana uno dei problemi delle aziende che spesso si traduce in e-mail inviate a persone sbagliate con il risultato di diffondere dati sensibili. A pagare per questo sono soprattutto i clienti, seguiti dalla proprietà intellettuale e dai dati stessi dei dipendenti, molto più tutelati i piani aziendali.

martedì 14 giugno 2011

Applicazioni mobile e privacy

Nell'epoca dei social e del mobile spopolano le applicazioni mobile, ovvero app che permettono di fare molteplice cose attraverso un semplice (che poi cosi semplici da usare non sono) smartphone. Non potevamo non chiederci quanto questi cellulari ultra tecnologici fossero sicuri e quanto i nostri dati fossero tutelati quando si scarica un'applicazione mobile.

ViaForensics, una società di Chicago che si occupa di sicurezza per aziende ha condotto un'indagine proprio in merito all'uso delle applicazioni mobile in relazione alla sicurezza per i nostri dati. I risultati non sono certo rassicuranti soprattutto perchè chiamano in causa tre colossi del settore, ovvero Linkedin, Foursquare e Netflix. Molte delle applicazioni più scaricate, in particolare per gli utenti di Android, sono risultate poco affidabili per quanto riguarda la sicurezza dei dati. Meno preoccupazioni desta l'uso di iPhone dove nonostante qualche anomalia nel sistema la protezione della privacy degli utenti non preoccupa.

mercoledì 8 giugno 2011

Polemica sulla privacy per Facebook: sai che novità!

Ancora polemiche ancora privacy ancora Facebook! In effetti era da un pò che non si scriveva in merito al social network più popolare al mondo, forse perchè ultimamente le energie degli amministratori e degli utenti erano tutte concentrate sulle nuove stupende opzioni, sulla posta e sulla chat.

Comunque non abbiamo dovuto aspettare molto per tornare a chiaccherare delle polemiche scatenate da una nuova funzione Facebook che risconosce i tratti del viso nelle foto caricate e suggerisce i tag da fare!

Inquietante? Si se si pensa che se caricando la foto di un gruppo di persone il sistema riconosce i volti dei presenti, anche di quelli che stanno di sfondo o passano per caso! Proprio il caso di dire w la privacy? O sono le solite esagerazioni? Nell'attesa di testare personalmente questa nuova funzione vogliamo cogliere l'occasione di ricordare che le opzioni per tutelare la privacy dei dati sensibili su Facebook ci sono basta solo cercarle!